La rondine e il rospo nasce dal desiderio, represso per molto tempo, di trovare spazio alla pubblicazione di alcuni miei scritti; spazio che funge da espediente per spingermi a mettere nero su bianco racconti, favole, monologhi o dialoghi che troppo spesso ho lasciato fuggire per gli impegni che inseguono e il tempo che fugge.
Ma se si insegue il tempo e si fugge dagli impegni, si riesce a guardare il paesaggio della vita che scorre attorno?
Questo blog è una pausa.
Il nome, forse più adatto ad un forum naturalistico di fauna autoctona, può essere fantasiosamente spiegato così.
La rondine e il rospo
Era una sera di una calda estate, il sole stava iniziando la sua lenta discesa sui campi dorati.
Una rondine planava veloce, con cambi di direzione improvvisi, per assicurarsi l’ultimo pasto prima del riposo notturno: moscerini, mosche, farfalline.
Venne la notte, la rondine era entrata ormai nel suo nido abituale, immutato e solido da molte stagioni.
“Cra, cra”. Il rospo era appena uscito dalla sua tana lungo il fosso, saltellando placido lungo il prato inumidito dal manto stellato, scuro e fresco. Si stava preparando a banchettare: moscerini, zanzare, farfalline notturne.
La rondine e il rospo non si erano mai visti, eppure abitavano una sopra all’altro e pure mangiavano le stesse cose. Ma le rondini non guardano nella terra, e i rospi non guardano verso l’alto.