Un giorno la lucertolina Lina decise di uscire dalla fessura dove era cresciuta nei primi giorni di vita.
Scoprì così la sensazione piacevole del calore dei primi raggi di sole mattutini, l’odore della rugiada che evapora al calore di questi e la difficoltà di arrampicarsi su muri dritti e lisci.
Lina adorava cimentarsi nell’arrampicata, era sempre a correre su e giù dai muri, non si fermava mai. Delle volte rimaneva sulla sommità di un muro di cinta e, felice di essere arrivata così in alto, guardava gli altri animali passare sotto di lei. Quando era lì, nulla le faceva paura: potevano passare un cane, un gatto, un essere umano, ma lei rimaneva ferma sapendo di essere al sicuro.
Un giorno d’estate, finché si gustava la calda ombra del mezzogiorno, una lucertola più vecchia le si accostò. Lina prese paura. Questa lucertola era senza coda.
Non aveva mai visto uno scempio simile, quindi con l’ingenuità del giovane chiese il perché di quello stato alla sua compare.
<<Mi stavo arrampicando, quando un gatto ha spiccato un balzo e mi ha acciuffata. Per fortuna non mi ha mangiata tutta. Però la mia coda si è staccata!>>
Finché erano intente a raccontarsi, arrivò di soppiatto un gatto, che spiccò un balzo e quasi arrivo ad agguantare entrambe le lucertole.
Lina e la sua nuova amica iniziarono a correre a perdi fiato per mettersi in salvo. Poco più avanti c’era un muro alto, lì sopra sarebbero state in salvo.
Lina, senza guardarsi indietro, presa dal panico, salì sul muro e iniziò ad arrampicarsi velocemente, anche se era ormai stanca. Arrivò in cima e, senza voltarsi, iniziò a tirare un sospiro di sollievo. Era felice di aver compiuto quest’impresa con la sua nuova amica.
Si voltò gongolante al pensiero dell’impresa, eccitata dal pericolo appena scampato. <<Ma dov’è?>>, pensò Lina. Sul muro non c’era nessuno oltre a lei, il gatto si era fermato molto più in là , della nuova amica nessuna traccia.
<<La vecchiaia gioca brutti scherzi>>, concluse secca Lina fra sé e sé. E continuò a godere dei raggi caldi del sole, senza curarsi troppo di ciò che era appena accaduto.